Associazione multietnica di intercultura e servizi per immigrate e immigrati 

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Saro-Wiwa e l'intercultura
La nostra Associazione promuove frequentemente incontri che promuovano la conoscenza delle culture dei paesi di origine degli immigrati e le tematiche riguardanti i rapporti tra Nord e Sud del mondo.
Accanto alla forma piu' nota del seminario, certamente piu' "colta" ma che spesso attira solo coloro che abbiano gia' un'infarinatura dell'argomento trattato, vi sono incontri che propongono un approccio non comune.
Si tratta dei giochi di simulazione, tecnica che si è rivelata piuttosto utile nelle scuole e nei primi approcci da parte di coloro che non si sono mai avvicinati alla conoscenza dei problemi tra il Nord ed il Sud del mondo o dell'immigrazione.
Si tratta di una tecnica di apprendimento che comporta la manipolazione di un modello attraverso l'assunzione di ruoli sottoposti a regole: esistono un'infinita' di tecniche che corrispondono a questa definizione e che variano l'un l'altra a seconda del peso attribuito al modello, ai ruoli o alle regole. Tecniche di questo tipo sono state appannaggio del modo militare e di quello della pubblicità, o nelle scuole per manager.
Di recente sono entrati anche nel mondo scolastico, sia nella formazione degli insegnanti che come metodo di insegnamento, e hanno attratto l'attenzione anche dal punto di vista ludico, con i "fantasy games", alcuni molto noti, in cui ci si identifica, in scenari fantastici, con personaggi eroici.
Ma qual e' l'utilita' di un gioco di simulazione come metodo di insegnamento? Come ognuno di noi avra' certamente sperimentato, non c'e' nulla di cui ci si ricordi meglio di cio' che si prova di persona. Ecco che ad un approccio in cui si raccontano fatti e si enumerano dati, si sostituisce uno in cui le capacita' di percezione vengono ampliate sperimentando attraverso la simulazione un particolare problema. Per fare un esempio, si può parlare a lungo su come si puo' sentire una persona in un paese a lui straniero, di cui non si conoscono ne' lingua ne' costumi: ma la cosa risulta molto piu' comprensibile a chi a sua volta si e' trovato in queste medesime condizioni. Ecco che si simula, seguendo determinate regole, il modello di un paese straniero e si fa in modo che i giocatori entrino nel ruolo di viaggiatori: l'esperienza che ne trarranno risultera' immediata e vivace, ed a questa si potranno far seguire informazioni e dati sul problema.
Fin dagli anni '60 sono stati prodotti in Europa, da Organismi non Governativi, giochi rivolti all'educazione allo sviluppo, alla sensibilizzazione sui meccanismi alla base degli scambi economici tra Nord e Sud del mondo, sulle diversita' culturali e sui problemi della vita quotidiana in realta' differenti da quelle dei paesi industrilizzati.
La piu' comune obiezione che si fa a queste tecniche è che giocando si perde tempo. In realta' si ritiene il gioco legato ad una fase infantile dell'evoluzione, e lo si valuta come un'attivita' poco "seria". Che il gioco infantile non serva all'apprendimento credo che ormai pochi abbiano il coraggio di affermarlo. Certo, nel gioco di simulazione non ci troviamo di fronte al mero trasferimento di nozioni: ma si impara quanto piu' si è coinvolti a livello emozionale, emozioni sulle quali si è poi guidati a riflettere e che servono da stimolo a domande ed a ricerche intorno a quelle nozioni che altrimenti sarebbero state difficilmente "digerite".
L’Associazione Saro-Wiwa propone dei programmi sperimentali di didattica interculturale. Sono progetti sulla situazione dei migranti e/o rifugiati, ed utilizzano anche materiale originale dell’ACNUR, sottolineando le motivazioni che portano gli stranieri a trasferirsi nel nostro paese ed introducendo il concetto di rifugiato. I progetti sono adatti dagli 8 agli 80 anni (ed e' interessante vedere come reagiscono gli adulti a questi stimoli) ma sono stati utilizzati prevalentemente nelle scuole.
Il 24 novembre 2003 e' stato consegnato a Roma al Palazzo del Quirinale dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi alla presidentessa Monica Mc Britton il Premio per la solidarietà nelle scuole 2003 intestato a "Luciano Tavazza" della Fondazione Italiana per il Volontariato per l'innovativita' progettuale e l'originalità della metodologia formativa utilizzata nei corsi tenuti nella scuole incentrata sull'utilizzo di tecniche di simulazione.

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